E’ una notizia passata un po’ in sordina durante il keynote di Apple alla WWDC 2017, ma tra le novità di iOS 11 (in arrivo a settembre insieme al nuovo iPhone) ci sarà la possibilità per per gli sviluppatori di leggere i tag NFC con gli iPhone (dal 7 in poi).

Il chip NFC era infatti già presente negli iPhone degli ultimi anni, ma veniva utilizzato solamente per i pagamenti via ApplePay.

Da settembre invece (ma anche già da adesso se si installa la versione beta di iOS 11) potremo leggere comuni tag NFC, anche se con alcune limitazioni.

La tecnologia NFC non è certo nuova ed è integrata già da molti anni in quasi tutti gli Android di fascia medio-alta. Ma la chiusura di Apple fino ad ora aveva azzoppato la sua diffusione, anche perché la quota di utilizzatori iPhone è ancora molto alta (soprattutto in certi settori di mercato).

La notizia ovviamente ha mandato in fermento la comunità degli sviluppatori, che hanno già tirato fuori applicazioni funzionanti utilizzando il nuovo framework Core NFC messo a disposizione nell’SDK di iOS 1.

Anche noi a Temera (azienda fiorentina che da anni si occupa di RFID, soprattutto nel settore fashion & luxury), ci siamo già messi all’opera per integrare la nuova possibilità nei nostri prodotti… con ottimi risultati 😉

Due giorni fa la tastiera del mio vecchio MacBook bianco (del 2008, ma ancora perfettamente in grado di fare il suo lavoro) ha deciso di fare i capricci: alcuni tasti (nello specifico tutta la colonna / U J M ) hanno smesso di funzionare.

Ipotizzando un guasto hardware mi ero già rassegnato ad utilizzare una tastiera esterna oppure iniziare la ricerca del pezzo di ricambio che, per inciso, costa un botto. Infatti in questo modello è necessario cambiare tutto il top case per sostituire la tastiera. Preventivo di un Apple Reseller: 150€ circa. In rete si trova a qualcosa meno, ma si va sempre sopra i 100€ per una tastiera italiana…. un po’ meno se ci si accontenta di un layout US o UK.

Considerato che forse tutto il MacBook varrà si e no 300€, mi sembrava una spesa folle.

Poi alla fine ho avuto idea di provare un reset di SMD e NVRAM, due memorie in cui vengono salvati alcuni parametri della macchina e che spesso sono responsabili di malfunzionamenti hardware.

Queste le pagine ufficiali di Apple che spiegano il reset di SMD (controller di gestione di sistema) e NVRAM (conosciuta anche come PRAM nei vecchi modelli)

Alla fine i passaggi che ho compiuto per resettare entrambi sono stati:

  • arrestare il sistema
  • scollegare l’alimentatore e staccare la batteria
  • premere il tasto di accensione del computer per 10 secondi
  • ricollegare batteria e alimentatore
  • Tenendo premuti i tasti Comando (⌘), Opzione (alt), P e R, accendere il computer
  • Tenere premuti i tasti finché il computer non si riavvia e si sente il suono di avvio (bong) per la seconda volta, a questo punto rilasciarli

Dopo questa procedura la keyboard è tornata magicamente a funzionare. 150 euro risparmiati! 😉

In un mio precedente post avevo elencato una serie di tweaks utili per velocizzare i vecchi iPhone. Beh, niente in confronto a quello di cui vi parlerò qua, che ritengo sia la soluzione definitiva !

Il 12/12/12 (alle 12.12) è uscito whited00r 6. È un firmware custom basato su iOS 3 e compatibile con: iPhone 2G (EDGE), iPhone 3G, iPod Touch 1G e iPod Touch 2G.

Whited00r 6

http://www.whited00r.com

Se siete possessori di questi dispositivi probabilmente ne conoscerete l’estrema lentezza causata dagli ultimi firmware disponibili (in particolari quelli basati su iOS 4) e soprattutto dalla pesantezza delle apps sviluppate negli ultimi anni. Dicesi “obsolescenza programmata“.

Quando avete acquistato questi dispositivi non erano certo così lenti come lo sono adesso… perché dunque non tornare ad utilizzarli in modo fluido come un tempo?

Il team di whited00r (idea tutta italiana, tra l’altro) ha pensato bene di creare dei firmware customizzati basati sul veloce iOS3, aggiungendo tante features che troviamo solo negli iOS (e devices) più recenti.

Ecco il video introduttivo:

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In uno degli ultimi articoli avevo scritto di un semplice workaround per far funzionare l’utility EOS di Canon con Lion. Il trucco consisteva semplicemente nel tornare ad una versione precedente, ovvero la 2.8.1.

Sebbene funzionasse egregiamente per molti, la versione 2.8.1 non supportava ovviamente alcune fotocamere più recenti, come la 60D e la 1100D, così come alcuni obiettivi di recente produzione.

Oggi però DDAAXX mi ha scritto in un commento un nuovo trucco che permette di far funzionare l’ultima versione della EOS Utility (la 2.10.2) con Lion.
La procedura consiste nel modificare un file di preferenze di sistema facendo credere all’utility di trovarsi in Mac OS 10.6.8 invece che in Lion, per poi rimettere tutto apposto una volta che l’utility si è correttamente avviata ed il controllo di versione è stato superato.

 

EDIT del 30/01/2012:

finalmente la EOS Utility è stata ufficialmente aggiornata alla versione 2.10.4 per supportare nativamente MAC OS X 10.7 Lion. Ancora non si trova nel sito italiano, ma la potete scaricare qui dal sito asiatico. Meglio tardi che mai! 😉 

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ATTENZIONE: questa guida è ormai OBSOLETA. Le ultime versioni del software (disponibile nell’area download Canon) risolvono il problema di compatibilità con Lion.

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Visto che ieri mi è arrivata la mia prima reflex digitale, una Canon 550D, inauguro il primo post relativo alla fotografia di questo blog appuntando (per me e per i posteri) un trucco che ho trovato fare per installare la EOS Utility (software incluso con la macchina che permette di controllarla completamente da remoto) in Mac OS X Lion 10.7, visto che ovviamente l’ultima versione disponibile sul sito Canon (2.10.2) non è compatibile e restituisce un bell’errore come questo:

EDIT del 04/01/2012:
grazie al suggerimento di DDAAXX ho inserito un nuovo post con un nuovo workaround che permette di utilizzare l’ultima versione dell’utility su Lion. Vi consiglio di seguire quella! 😉

EDIT del 30/01/2012:
finalmente la EOS Utility è stata ufficialmente aggiornata alla versione 2.10.4 per supportare nativamente MAC OS X 10.7 Lion. Ancora non si trova nel sito italiano, ma la potete scaricare qui dal sito asiatico. Meglio tardi che mai! 😉

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Probabilmente saprete già tutti di cosa parlo: per chi avesse vissuto le ultime settimane su un altro pianeta o non avesse seguito alcuna partita dei mondiali, per vuvuzelas intendo quelle FASTIODIOSISSIME trombette che gli africani suonano incessantemente dall’inizio alla fine in ogni partita.

Oltre ad imprecare in ogni lingua africana, perché già dopo 5 minuti non si sopportano più, mi sono chiesto (per la serie “Siccome sono un Ingegnere…”) se esistesse un modo per filtrare dalla telecronaca il suono di quelle trombette, lasciando inalterato tutto il resto. Beh è bastata qualche ricerca su Google e un paio di prove per rendersi conto che c’era chi ci aveva già pensato prima di me !

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Chi ha provato Safari 4 su Mac sa quanto sia estremamente veloce sia nel caricamento che nel rendering delle pagine. La versione a 64bit introdotta con Snow Leopard ha ulteriormente incrementato le prestazioni.

Ci sono due cose che molti Firefox users rimpiangono in Safari: la mancanza di plugin ed estensioni. Una di quelle più usate è sicuramente Adblock, che permette di rimuovere le pubblicità dalle pagine web, velocizzandone il caricamento.
Forse non tutti sanno che fino alla versione 3 di Safari esistevano dei plugin analoghi che funzionavo egregiamente. Posso citarvi SafariBlock e Safari AdBlock. Purtroppo la nuova versione del browser della mela ha introdotto diverse modifiche e ha reso non funzionanti questi plugin (per adesso).
In questi giorni sono però riuscito a scovare un’applicazione che risolve il problema: una specie di proxy che filtra le immagini ed i siti presenti nella sua lista (che si aggiorna da sola). Il risultato è quello che ci aspettiamo: pagine pulite e prive di pubblicità.

Il programma in questione è GlimmerBlocker.
una volta installato il package, apparirà un nuovo pannello nelle preferenze di sistema, attraverso il quale gestire tutte le impostazioni, attivare o personalizzare i filtri e via dicendo.
Testato con Safari 4.0.3 e Mac OS X 10.6.1 “Snow Leopard”

Altro problema che affligge i MacUsers è il plugin Flash, scritto e ottimizzato così male che stressa continuamente le nostre CPU e fa partire le ventole dei nostri MacBook a tutta velocità.
In attesa che Adobe rilasci un plugin decente (ma quando mai!?) è possibile disabilitare l’autocaricamento dei filmati flash all’interno delle pagine, che partiranno solamente al nostro comando.

Il programma che fa al caso nostro è ClickToFlash .
Al posto della finestrella del filmato, ci apparirà un gradiente grigio. Solo dopo averci cliccato sopra, il filmato (ed il plugin) flash sarà caricato.
Altra utilissima funzione di questo programmino è la possibilità di vedere i video di YouTube attraverso QuickTime in formato H.264, anziché in Flash. La qualità e la riproduzione saranno migliori, e la vostra CPU vi ringrazierà.
Anche questo è stato testato con  Safari 4.0.3 e Mac OS X 10.6.1 “Snow Leopard”.

Edit del 19/12/2009

Dopo qualche mese di distanza dalla scrittura di questo articolo ho finalmente trovato un plugin definitivo per bloccare le pubblicità su Safari 4:

si chiama Safari AdBlocker, e supporta sia Snow Leopard che la modalità 64 bit. Si integra perfettamente nel pannello delle preferenze del browser e nel menu contestuale (click destro), supporta inoltre gli aggiornamenti automatici e le liste di AsdBlock. Vi consiglio assolutamente di provarlo ! 😉

Da ormai qualche giorno è comparso sulla mia scrivania un iPhone 3G 🙂

Non è un regalo di Natale, ma il regalo che tutti i miei amici (e mio fratello) hanno voluto farmi per la laurea … (GRAZIE !!)
Un regalo più che gradito, direi probabilmente il più desiderato. E non solo perchè il mio vecchio ed amato Nokia 6630 stava dando ormai segni di una morte imminente, ma anche perchè tra i dispositivi della stessa fascia (di prezzo e caratteristiche) era quello che sicuramente mi attirva di più.

Prendo spunto dal nuovo arrivo per fare delle mie considerazioni sull’iPhone e i suoi concorrenti attuali, articolo che avevo in mente da tempo ma che poi non avevo mai trovato il tempo di scrivere 😛 Leggi tutto →

Prima di dare le mie considerazioni, vi riporto un pezzo dell’intervista di Mark Shuttleworth, (il papà di Ubuntu, per chi non lo sapesse) al sito derStandard.at, risalente a qualche giorno fa.

Ecco una mia (libera) traduzione:

derStandard.at: Se guarda il mercato attuale dei desktop c’è un sistema operativo che sta crescendo significativamente e non è Linux, è OsX. Quale crede sia la ragione di questo?

Shuttleworth: Prima di tutto dovremmo capire questo, che è un’osservazione importante: il fatto che OS X stia crescendo ci dice che Windows si sta indebolendo. Il fatto che OS X stia crescendo e Linux no, ci dice che OS sta offrendo cose che Linux non offre. Una di queste è il ritmo del cambiamento, il livello di innovazione. Dobbiamo veramente riconoscere che Apple è un motore d’innovazione. Un’altra di queste cose è la loro attenzione alla “web experience“. Loro, e non Microsoft, riconoscono fermamente che è il web la “killer application” dei PC oggi.
C’è una grande opportunità per noi di offrire una grande web experience, ma dobbiamo impegnarci molto nel farlo.

derStandard.at: Dunque per lei OS X è più interessante di Windows ?

Shuttleworth: Per me si, OS X è più interessante. Credo che il software libero sia la più sorprendente piattaforma per l’innovazione, ma credo che questa innovazione deve tendere anche a seguire la “via più facile”, la gente di solito sceglie la via con difficoltà minore: si vogliono esprimere le proprie idee e lo si vuol fare nel modo più facile possibile. E al momento non offriamo un luogo particolarmente semplice in cui andare ad esprimere la propria tecnologia.
Ovviamente ci sono delle eccezioni, guardate ai plugins di Firefox, per esempio. Una volta che Firefox ha raggiunto lo stesso livello di funzionalità di Internet Explorer, c’è stata una esplosione del numero di plugins. Questa è stata spinta da gente che pensava “ho una idea su come migliorare il browser”. E quale era il modo più facile per farlo? Scrivere un plugin per Firefox! E credo che questo ci dovrebbe dire molte cose…

derStandard.at: Quali sono gli ostacoli principali che frenano il successo di Linux sui desktop?

Shuttleworth: Penso che ancora non riusciamo a fornire una soddisfacente “user experience”. Penso che forniamo una user experience (buona) per chi ha un motivo nel voler stare su piattaforma Linux, sia per il prezzo che per la libertà. Se questo è il tuo motivo principale, Linux è la risposta giusta.

Ma se sei uno a cui non importa molto il prezzo, a cui non importa molto la libertà, non penso che possiamo dire che un desktop Linux offra la miglior esperienza possibile. E c’è qualcosa che dobbiamo cambiare, c’è qualcosa su cui mi sto impegnando a lavorare, focalizzando l’incremento delle risorse di Canonical nel capire come possiamo spingere la desktop experience fino a competere con Mac OS X.

Chi si aspettava risposte di parte da Mr. Ubuntu rimarrà deluso: Mark riesce a sorprenderci con un giudizio obiettivo sul mercato attuale dei sistemi operativi. Non è uno di quelli che pensano che Linux sia migliore a priori, senza dubbio. Non ha le bende (da nerd) sugli occhi. Si guarda attorno… osserva il mercato ed i concorrenti per capire quali punti hanno poco successo sono da migliorare. Questo vuol dire essere intelligenti. Davvero i miei complimenti.

Chiunque abbia provato Mac OS X per più di mezzora non potrà che concordare con lui. Io stesso dubitavo del sistema operativo della Apple fino a quando non ci ho messo le mani, ed ho capito veramente il perchè fosse tanto elogiato da chi lo utilizzava…

Io che venivo da una giovinezza informatica windowsiana, seguita fermamente dalla scelta di Linux appena sono stato capace di intendere e volere, non posso negare di essere rimasto colpito da OS X.

Superata la prima fase di sbigottimento e ambientazione, sono rimasto allibito di quanto fosse facile – per l’utente normale – compiere “le solite azioni”. Il regno del plug&play e del drag&drop, dove disinstallare un’applicazione è tanto facile da essere quasi contro intuitivo (trascinando l’icona nel cestino). Tante piccole e semplici accortezze che ti fanno domandare “ma perchè nessuno ci ha mai pensato prima?! “.
E più lo usi più ti accordi di quanti aspetti siano stati scopiazzati dagli altri (prima tra tutti, la dock)… e pensi che forse un motivo ci sia davvero.

Un aspetto gradevole, pulito, essenziale ed elegante. Effetti grafici si, ma quanto basta. Senza esagerare. Un rivestimento esteriore che non fa altro che decorare adeguatamente un motore solido, sicuro e performante. Ovvio, perchè è UNIX inside.

Una simbiosi con l’hardware perfetto. Certo è anche più facile quando il sistema operativo è fatto per la macchina, e la macchina è fatta per ad-hoc per lui. Che sia anche questo il segreto di Mac ?

Edit: stavo per dimenticare… devo ammettere però che anche il mio Ubuntu su MacBook si comporta alla grande, in quanto a velocità, compatibilità e prestazioni ! 😉

Una tipica Apple Fangirl

Al di là delle assurde guerre tra Fanboy di Steve Jobs e anti-Fanboy, da chi impazzisce per ogni mela che vede e per chi ne è allergico (anche quando sono più che buone)… tra chi fa file notturne per sborsare felicemente 500 euro di smartphone e chi piuttosto preferisce comprare affascinanti “saponette” tutte da costruire e migliorare pur di dare un euro alla Apple. Bisogna essere oggettivi.
Valutare i successi degli altri prodotti per migliorare il proprio. Capire la risposta dei consumatori senza pregiudizi, senza voler correre ostinatamente a testa bassa… col rischio di sbatterla nel muro.

Shuttleworth è stato uno dei primi a capire questo e volere un Linux “per esseri umani” … non specificatamente nerd 😉