Come l’Event Tracking ammazza il Bounce Rate

Come l’Event Tracking ammazza il Bounce Rate

Per cronaca personale riporto quello di cui mi son reso conto oggi: analizzando le statistiche di Google Analytics del sito studenti.fi.it ho notato questo comportamento anomalo degli ultimi mesi:

 

Il grafico confronta la visualizzazioni di pagina (in blu) con la frequenza di rimbalzo (o bounce rate), in arancione.

Prima di analizzare la questione è bene ricordare cosa è il bounce rate:

Citando Wikipedia:

Bounce Rate è un termine utilizzato nell’analisi di traffico sui siti web. Un bounce (in inglese rimbalzo) avviene quando l’utente abbandona il sito dopo aver preso visione di una sola pagina web entro pochi secondi.

Molti sistemi di statistiche fissano il bounce rate (che si potrebbe tradurre come tasso di abbandono di un sito web) a 30 secondi: un utente si definisce disinteressato ai contenuti di una pagina se l’abbandona entro 30 secondi.

Il limite di 30 secondi è un valore di riferimento che comunque si sta decisamente abbassando anche a 5 secondi in alcuni applicativi software commerciali.

Un basso tasso di abbandono è indice di buona organizzazione dei contenuti e di un look and feel (ovvero aspetto grafico) accattivante, che invita l’utente a continuare nella esplorazione del sito.

La definizione analitica del bounce rate di un sito è il numero di visitatori che visitano una sola pagina del sito (per sessione di navigazione) diviso per il numero complessivo di visitatori.

La definizione analitica del bounce rate per una pagina web è il numero di visitatori che caricano solo la pagina diviso per il numero complessivo di visitatori della pagina.

E’ chiaro dunque che nei nostri siti sarebbe preferibile ottenere un bounce rate più basso possibile, perché vuol dire che i (nuovi) visitatori trovano interessante il sito già dalla prima pagina e decidono di continuare la navigazione.

Esistono vari motivi per cui il bounce rate può essere alto, ma io mi voglio soffermare al motivo dell’anomalia che ho riscontrato:

Perchè da novembre 2010 a febbraio 2011 ho avuto un incremento considerevole delle pagine visualizzate con un corrispondente azzeramento della frequenza di rimbalzo?

Dopo averci pensato un po’ ho realizzato che il periodo corrisponde a quello in cui ho tenuto nel sito dei banner pubblicitari, organizzati come pagine separate visualizzate dentro iframe (lo so, è un accrocchio… ma non ho trovato un modo migliore a suo tempo per fare quello che volevo 😉 ). In ogni pagina-banner avevo inserito un codice di “Event Tracking” che riusciva a conteggiare per ogni banner il numero di visualizzazioni e il numero di click, dati che finivano nelle statistiche principali di Google Analytics.
Devo dire che, nonostante fosse un po’ complesso, il sistema ha funzionato egregiamente.

L’andamento del grafico è dovuto ad un effetto dell’event tracking che può essere considerato più o meno collaterale. Googlando un po’ ho trovato la spiegazione: una pagina con una sola visita, se contiene al suo interno degli eventi tracciati, non viene considerata più un bounce, anche se poi la visita si concluderà.

Inoltre ogni visualizzazione dei banner, trovandosi in una pagina separata, contribuiva al conteggio dei pageviews, che si sommavano. Entrambi i fattori hanno dunque portato a statistiche fittizie (e dunque errate, se non si leggono nel modo esatto) di Google Analytics.

Ecco spiegato il motivo per cui, una volta rimossi i banner (i primi di Marzo) i valori di visualizzazione di pagina e bounce rate sono tornati a valori normali precedenti.